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La visita ad uno dei monumenti archeologici più famosi di Roma è un’immersione nella vita quotidiana della grande metropoli dell’antichità, dove la frequentazione quasi quotidiana delle terme pubbliche costituiva una delle abitudini più seguite dai suoi abitanti. Il “bagno” caratterizzò presto la civiltà romana. Roma offriva un numero amplissimo d’impianti, privati annessi alle grandi ville, e pubblici, fatti erigere dagli imperatori: erano le grandi terme, frequentate da persone di ogni ceto sociale ed età. Le terme di Diocleziano, erette tra il 298 e il 306 d.C., sorgevano nella zona dell’attuale Stazione Termini. Erano un vero e proprio luogo d’incontro delle classi popolari e aristocratiche cittadine e poteva accogliere fino a 3000 persone contemporaneamente. Visiteremo gli imponenti resti delle terme, le cui strutture sono in parte conservate nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e nel Museo Nazionale Romano. Dopo un lungo restauro la Soprintendenza ha reso accessibile la monumentale sala della Natatio e la vicina Aula VIII ora allestita con i grandiosi frammenti architettonici delle antiche terme. Il restauro di questo immenso complesso ha interessato anche le strutture rinascimentali della Certosa di Santa Maria degli Angeli, e potremo visitare anche il Chiostro piccolo, fino ad ora chiuso al grande pubblico. Il rifornimento idrico era assicurato dagli acquedotti. I bagnanti abbienti giungevano accompagnati da uno stuolo di servi: il balneator, che assisteva il padrone mentre faceva il bagno; l’unctor, che lo massaggiava; l’alipilus, che aveva l’incarico di depilarlo; poi vi erano gli schiavi preposti a portare la biancheria ed alla sorveglianza delle vesti. Ad ogni modo le terme hanno l’indubbio merito di aver favorito la socializzazione fra la gente. Un uso, quello delle terme pubbliche, che scomparve del tutto dal nostro uso quotidiano con l’era cristiana, e che rivive ai giorni nostri nel concetto musulmano dell’hammam o bagno turco, il quale rappresenta l’erede più diretto della cultura termale bizantina. In particolare, la fine delle terme giunse nel VI sec. d.C., quando i Goti di Vitige, che assediavano Roma, tagliarono gli acquedotti che rifornivano la città. Questo avvenimento, che giunse in un’epoca in cui la pratica del bagno pubblico quotidiano era già in disuso, sancì la cessazione di ogni attività ed il definitivo abbandono degli impianti termali, che nel corso dei secoli, abbandonati a sé stessi, furono oggetto di “occupazione” e “riusi”.
Il complesso termale, inoltre, ospita, fino al 22 marzo 2015, la mostra fotografica di Mario Dondero, promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma con Electa. Mario Dondero, classe 1928, tra i più grandi fotoreporter italiani di fama internazionale, si racconta attraverso circa 250 fotografie esposte nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano a Roma. Quattro le sezioni in cui si riconoscono i momenti storici che hanno segnato il secolo scorso, così come i luoghi e i personaggi alla ribalta sulle pagine di quotidiani e periodici che hanno scandito i cambiamenti da quegli anni ad oggi. Circa 150 gli scatti scelti tra quelli che hanno segnato il suo percorso professionale, conosciuto soprattutto per i lavori in bianco e nero che definisce il “colore della verità”. A queste istantanee si aggiungono eccezionali fotografie a colori, per la maggior parte inedite.
INIZIATIVE DEL CORPO CONSOLARE DEL LAZIO
IN COLLABORAZIONE CON IL PUNTO TOURING DI ROMA
A CURA DELLE ASSOCIAZIONI ARTEFACTO E TEVERENOIR
Appuntamento ore 9:00 all’ingresso dell’area archeologica (Viale Enrico De Nicola, 79)
Biglietto di ingresso: Gratuito grazie all’iniziativa “Domenica al Museo”
Quote: Socio e accompagnatore: € 11,00 Non Socio: € 14,00