Dove
Indirizzo evento:
Via Ricasoli 58, Firenze
Galleria dell'Accademia
Quando
Da Martedì 24 Giugno 2014 a Lunedì 8 Dicembre 2014
Martedì – domenica ore 8.15 - 18.50 / Chiuso il lunedì
Contatti
Telefono di riferimento:
055/294883
Indirizzo web:

Individuare Firenze come luogo privilegiato per una simile mostra è quasi scontato, per la ricchezza che l’area tosco-fiorentina ha avuto, storicamente, nella produzione di opere Tre e Quattrocentesche: quasi tutte le raccolte di primitivi vantavano infatti opere provenienti da questa area geografica.
La mostra passerà in rassegna le principali personalità che agirono in prima linea in questo recupero, esponenti della chiesa (dai semplici abati ai più potenti cardinali), ma anche nobiluomini, oltre a quegli eruditi i quali non si sottrassero al sensibile richiamo di quelle fragili e preziose testimonianze artistiche. Nelle sale saranno dunque esposti esemplari artistici (pitture, sculture, oggetti di arte suntuaria e codici miniati) appartenuti alle collezioni di Francesco Raimondo Adami, Stefano Borgia, Angelo Maria Bandini, Alexis-François Artaud de Montor, Joseph Fesch, Teodoro Correr, Girolamo Ascanio Molin, Alfonso Tacoli Canacci, Sebastiano Zucchetti, Anton Francesco Gori, Agostino Mariotti, Matteo Luigi Canonici, Giuseppe Ciaccheri, Tommaso degli Obizzi, Gabriello Riccardi, Giovan Francesco De Rossi, Guglielmo Libri, per citare solo i nomi più noti. Un dialogo serrato che accompagnerà il visitatore in una sorta di passeggiata ideale nell’ltalia collezionistica della fine del XVIII e degli inizi del XIX secolo, invitandolo a confronti visivi stringenti, nel tentativo di cogliere il gusto, I’occhio e la sensibilità estetica dei diversi collezionisti, le cui raccolte sono messe per la prima volta a confronto. Accanto alle pitture, che costituirono all’epoca il principale interesse dei collezionisti, ci sono altre sezioni, altrettanto importanti, legate alla miniatura e alla scultura, volendo testimoniare in tal modo la circolarità degli interessi di quanti si adoperarono, con atteggiamento pioneristico, nel tentativo di salvaguardare siffatte testimonianze storico-erudite, quotidianamente minacciate dal rischio della distruzione o dell’abbandono.