La storia della Capua Nuova è legata alle sponde di questa riviera ove era il porto di Casilinum sul Volturno.  Qui nell'856 infatti fu rifondata Capua dai Capuani longobardi superstiti alla distruzione dell'Antica nell'841. Passeggiata alternata per fiume dal ponte romano al porticciolo sotto le Torri di Federico II e visita guidata alle chiese che si affacciano sulla sua riviera, in pieno centro storico: la chiesa della Santella o della Madonna delle Grazie che risale al 1501 anno del Sacco di Capua ad opera di Cesare Borgia, la Cattedrale (longobarda) col famoso “Gesù deposto del Bottiglieri” nella cripta, non ultime le aperture straordinaria della chiesa di Montevergine edificata nel ‘700 dal Collecini allievo di Vanvitelli e il convento e la chiesa di Santa Caterina angioina – gotica che i Padri Francescani nel ‘500 ingrandirono ed abbellirono.

Capua: fondata nel IX secolo dal conte longobardo Landone I per accogliere gli esuli sfuggiti alla distruzione della città antica ad opera dei saraceni - prese il nome dell’antica Capua, insediamento romano sui cui resti sorge l’attuale S. Maria Capua Vetere. Il centro dell’abitato odierno si trova ancora nella posizione originaria, su un’ansa del Volturno, con le vestigia dei bastioni cinquecenteschi che testimoniano l’importanza strategica rivestita dalla città all’epoca del vicereame spagnolo. Nonostante i cospicui danni inflitti dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, ulteriormente aggravati dal terremoto del 1980, il tessuto urbano conserva innumerevoli chiese e monumenti storici, che spesso presentano portali, iscrizioni, capitelli e frammenti scultorei di età romana e medievale in buona parte provenienti dall’antica Capua.

Chiesa della Santella o di Santa Maria delle Grazie: piccola chiesa, quasi una cappella, che sorge proprio accanto al fiume, vicino al ponte romano (di fronte vi è la chiesa di Montevergine e l'ex seminario). La chiesa è settecentesca ma è stata edificata nello stesso luogo in cui c'era una precedente cappella che custodiva l'immagine della Vergine che avrebbe miracolosamente fermato il "Valentino" (Cesare Borgia), impedendo il massacro completo degli abitanti di Capua. Dato che il culto di questa immagine fu particolarmente promosso da una donna del posto chiamata Camilla Santella, la chiesetta porta oggi il doppio nome di "della Santella" e di "Santa Maria delle Grazie".

Chiesa di Montevergine: la chiesa e l'attiguo monastero furono fondati verso la fine del secolo XIII° da Bartolomeo di Capua ed affidati ai monaci benedettini di Montevergine. Dal 1795 il monastero è adibito a seminario. Al centro del chiostro si trova un pozzo risalente alla seconda metà del secolo XVIII°.

Chiesa - Convento di S. Caterina: Edificata nel 1383, in epoca angioina, fin dal 1500 fu affidata ai Padri Francescani. L’Architettura evidenzia ancora la bellezza del gotico-angioino con l’abside arditissima e slanciata a ombrello e archilombata. Pregevole il Chiostro con le basi delle colonne con gli stemmi delle famiglie gentilizie capuane come le cappelle laterali della Chiesa a loro dedicate.

Cattedrale o Duomo di Capua: la tradizione attribuisce l'edificazione del duomo al vescovo Landulfo nell'856, ma venne ricostruito dapprima nel X secolo e poi, ad opera dell'arcivescovo Erveo (1072 – 1086), verso la fine dell'XI secolo; questi aggiunse il porticato d'ingresso, ampliato in seguito nel Quattrocento, e ristrutturò notevolmente l'annesso palazzo vescovile. Nel corso del Settecento l'intero complesso venne ristrutturato radicalmente; ancora tra il 1854 ed il 1857, durante l'episcopato di Giuseppe Cosenza, l'architetto Federico Travaglini rinnovò la chiesa, che venne quasi completamente rasa al suolo durante i bombardamenti del 1943: fu ricostruita tra il 1949 ed il 1957. Nel 1992, all'interno della cappella del Corpo di Cristo, venne inaugurato il Museo diocesano di Capua, ove vi sono conservate opere pittoriche e scultoree provenienti da varie chiese cittadine.

Volturno: dal latino volvere è una antica espressione che indica il turbinare incessante delle acque e viene attribuito dai Romani alla divinità che sovraintende alle acque. Non a caso a Roma i Volturnalia, erano le feste che si celebravano in onore del Dio Volturno il 27 agosto subito dopo, il 23 agosto, quelle che celebravano il Dio Vulcano, il Dio del Fuoco. E proprio dalla potenza della eruzione del vulcano di Roccamonfina che in epoca lontanissima il fiume Volturno modificò per sempre il suo corso costituendo un bacino lungo 167 chilometri con una ampiezza di circa 5570 Km2. Nasce con le sorgenti di Capo Volturno a 568 metri di altezza sui monti delle Mainarde in provincia di Isernia e prosegue gagliardo il suo cammino attraverso il Molise ricevendo l’apporto di torrenti e piccoli corsi d’acqua, ma si rinvigorisce e diventa adulto con l’incontro delle acque del Matese e soprattutto del fiume Calore e dell’Isclero. Finalmente calmo e sereno si distende tra vigneti e uliveti per la gioia dei numerosi frantoi che popolano i territori alifani e caiatini e per il buon gusto dei sommelier celebranti Pallagrello e Casavecchia e poi alteramente nomina Capua sua Regina fino a lambire, circondato da una continua selva di salici, Grazzanise, Cancello e Arnone. L’ultimo sguardo è rivolto a Castelvolturno mentre sposa le sue acque con quelle del Tirreno. Il Volturno, eterno testimone e protagonista di vicende quotidiane e di eventi storici incancellabili dalla memoria degli umani che lo hanno adorato, usato e degradato colpevolmente. I primi uomini che capirono la sua importanza furono gli Osci. Seguirono il suo corso dalle pendici di Isernia e poi si stabilirono ai piedi del Tifata ove operosamente coltivarono quel territorio dall’Humus ricco delle sostanze generate dalle sue inondazioni. Gli Etruschi con la loro saggezza elevarono città, ponendo Capua come capitale, accanto a quel fiume che li collegava al mare dei Greci di Cuma. Ma il Senatore romano Appio Claudio Cieco costruì la prima grande strada di collegamento tra Roma e Capua e per la prima volta superò con un ponte le due sponde del Volturno, il fiume più grande e importante di tutto il Meridione della penisola italiana. Protagonista con le sue terre fertili costituenti i territori della Campania Felix e testimone di aspre e sanguinose battaglie intorno alle sue sponde, il Volturno silenzioso e fiero raccoglieva nel suo grembo le innumerevoli reliquie umane e animali mentre risuonavano i barriti degli elefanti di Annibale, i corni delle Legioni romane, le sonorità possenti degli incroci di spade e di lance di Visigoti, Ostrogoti, Vandali, Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Francesi, Spagnoli, Catalani, Angioini, Austriaci … Garibaldini e Borbonici … e poi gli scoppi delle bombe e dei proiettili di cannone e, infine, le sirene, gli allarmi e l’arrivo di micidiali ordigni lanciati dall’alto delle fortezze volanti. Il Grande, Divino e Altero Volturno si rifaceva con le sue inondazioni e con le “coccole” che gli riservavano gli uomini del fiume. Oggi, sono ormai pochi i “sciummaiuoli”, gli adoratori di questa sacra Divinità, ma vigilano con loro gli infaticabili uomini delle “Canoe” quelli della Associazione dei Kajak Volturno e Capua torna a essere Regina (Pompeo Pelagalli).

Come arrivare:

– Ore 9.30 : Raduno dei partecipanti presso il Ponte Romano – via Conte Landone – Capua. Possibilità di parcheggio gratuito in via Landone, Riviera Casilino, Piazza Etiopia.

Altre informazioni utili:

ATTENZIONE: LA MANIFESTAZIONE SI SVOLGE NEL RIGOROSO RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI NAZIONALI, REGIONALI E LOCALI DI CONTENIMENTO DELLA PANDEMIA, VIGENTI ALLA DATA DELLA MANIFESTAZIONE, ALLE QUALI I SINGOLI PARTECIPANTI SI DEVONO ATTENERE.

Per l’escursione in canoa occorre essere maggiorenni e saper nuotare. A cura dell’Associazione “Volturnia Kayak” saranno fornite canoe con pagaia, giubbini di salvataggio e accompagnatore.

Manifestazione in collaborazione con “Volturnia Kayak” e Pro Loco Capua

programma di massima

# Ore 9.30 : Raduno dei partecipanti presso il Ponte Romano – via Conte Landone – Capua. Saluti del console del Touring e delle Autorità. Passeggiate in riviera alternate per fiume e per terra.

# Ore 13.00 : Pranzo libero presso l’Osteria “Don Alberto – Piazza del Renzis – Capua – prenotazione a cura dei singoli partecipanti – tel 351 630 1554 – al costo di 20 euro a persona – con il seguente menù: Bruschetta e sfizio di bufala, Penne alla Don Alberto, Tagliata di Maialino nero con rucola, pomodorini e scaglie di parmigiano, Macedonia, acqua minerale vino e caffè.

# Ore 16.00 : Visita guidata straordinaria alla Chiesa di Santa Caterina e al Chiostro.

# Ore 18.00 : Termine della manifestazione

Quota di partecipazione:

– Socio TCI            5,00 euro

– Non Socio           7,00 euro

La quota (da pagare il giorno della manifestazione) comprende la visita come da programma, il compenso per le guide, l’assistenza del console, l’assicurazione per la responsabilità civile.

La quota non comprende: le mance, le spese di carattere personale e tutto quanto non specificato.

Prenotazioni: a mezzo email amelia.valletta@libero.it

Trasporti: mezzi propri. Possibilità di parcheggio gratuito in via Landone, Riviera Casilino, Piazza Etiopia

Volontario Touring accompagnatore e telefono attivo il giorno della visita: Socia Amelia Valletta 347 910 6364

Guida: storica dell’arte Francesca De Micco, Volontaria del Touring

Partecipanti: massimo 30 persone

Modalità di pagamento e condizioni di partecipazione

Le prenotazioni sono aperte e si chiuderanno domenica 11 settembre 2022.

Il Volontario Touring Accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario.

La manifestazione si effettua anche in caso di pioggia.

Il Club di Territorio Terra di Lavoro del Touring Club Italiano si riserva il diritto di accettare o meno la prenotazione.

Manifestazione organizzata per i soci e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.

Sono ammessi i non soci perché possano constatare la qualità e l’interesse delle nostre manifestazioni e, quindi, associarsi.