Struggente luogo del ricordo di una tragedia passata in gran parte sotto silenzio. Si tratta dell’ospedale cittadino, nei cui sotterranei è stata allestita un’esposizione, diretta, antiretorica, straordinariamente potente, che ricostruisce le vicende che hanno portato a uno dei peggiori crimini compiuti nella recente guerra. Nel novembre del 1991 la città era allo stremo dopo un lungo assedio. Nell’ospedale avevano trovato rifugio i pochi che non erano riusciti a lasciare Vukovar, perché feriti o perché operatori sanitari. Dopo la capitolazione, donne e bambini che si trovavano nell’ospedale vennero lasciati liberi al proprio destino di profughi, mentre 261 uomini furono deportati in una cascina alle porte della città, torturati, uccisi e sepolti in fosse comuni. La cascina (nelle campagne a sud, a fianco della strada per Ilok), chiamata Ovcara, è stata trasformata in sacrario.