In un verdissimo paesaggio ammantano di boschi, orti e campi di grano, col Terminillo sullo fondo, sorge la città dal centro storico medievale. In cucina si sente la vicinanza con l’Umbria, ma il piatto tipico della zona (bucatini all’amatriciana) è spiccatamente laziale. Le paste sono protagoniste nei menu: dalle fettuccine ai frascarelli, dagli gnocchetti di polenta agli gnocchi, dai maccheroni agli strozzapreti, fino ai maltagliati. Tra i salumi si servono capicolli, coppe, guanciali e salsicce sott’olio, e come secondi carni di pecora secche, formaggi pecorini (talvolta sott’olio), ricotte e caciotte di vacca. Nei dintorni, la regione storica della Sabina (con i centri di Greccio, Magliano in Sabina, Caspèria e Fara in Sabina) offre l’omonimo olio Dop, fruttato, gradevole e leggero. Locali sono anche le olive da tavola, legumi come ceci e cicerchie, e i vini bianchi e rossi della Doc Colli della Sabina. Dall’area del Cicolano, nella boscosa valle del Salto, provengono castagne (e derivati), farro, fagioli, lenticchie e tartufi neri. Salendo di quota, verso i monti Reatini e i monti della Laga, dominano boschi, allevamenti bovini e suini, e produzioni di formaggi. Dall’Alta valle del Velino, tra Cittaducale e Antrodoco, vengono porchette, salamelle, salamini dolci (come il ‘caporino’), prosciutti di montagna, liquori e marroni (per marmellate, castagnaccio, tagliatelle e gnocchi di castagne).