Qui la storia finisce, o comincia, il 9 febbraio 1688 quando una frana spaccò in due il paese e fece oltre 400 vittime. Alla parte scampata alla frana fu aggiunto in seguito il rione Dirupo, con le case allineate proprio come ancora oggi si vedono, e verso il 1695 furono anche eretti alcuni palazzotti gentilizi, cosicché già nel '700 si poteva parlare, per Pisticci, di una parte alta (la Terravecchia) intorno al Castello medievale (in parte demolito negli anni '30 del XX secolo) e alla Cattedrale, e di una parte nuova (il rione Dirupo). Sia il Museo «Domenico Ridola» di Matera sia altre istituzioni a livello anche internazionale conservano reperti venuti alla luce nelle necropoli e nei dintorni di questo abitato. Tali reperti archeologici attestano in loco, già nel VII secolo a.C., una produzione di ceramica e una "linea" di vasi imitanti quelli della costa magnogreca, alle quali, ormai nel IV secolo a.C., si affiancarono importazioni da Metaponto sia di vasi sia di oggetti in bronzo.