In questo lembo della pianura emiliana, per «corrigia» si intendeva la striscia di terra che emergeva dalla palude antica tra Cròstolo e Tresinaro. Il termine ha dato successivamente il nome alla città, alla famiglia nobiliare che resse il feudo dal tardo medioevo al 1635 (in quell'anno fu aggregato al ducato di Modena) e al suo maggiore artista, il pittore Antonio Allegri, noto appunto come Correggio (1489-1534). Il luogo conserva intenso il sapore di `piccola capitale' padana, in cui nel rinascimento tenne mecenatesca, letteraria corte la poetessa Veronica Gambara, vedova del conte Giberto X.