Situata ai piedi della rupe di Sabiona, per secoli la cittadina fu nodo strategico sulla via del Brennero, posta com'è a controllo di uno stretto passaggio della valle. Redditizia stazione di posta, offriva ospitalità a un gran numero di mercanti e pellegrini tanto che i principi vescovi di Bressanone ne potenziarono le strutture, contribuendo al suo sviluppo economico. La fortuna della città era legata anche allo sfruttamento minerario del monte Villandro, nella valle di Tinne (argento, piombo, rame e pirite), protrattosi fino all’inizio del Novecento. Il centro storico conserva la fisionomia medievale, con molti piacevoli edifici. Due le piazze principali, centri commerciale e spirituale di Chiusa: piazza Tinne e piazza S. Andrea, che si apre davanti all’omonima chiesa parrocchiale con un bel portale scolpito da Maestro Andrea fra 1466 e 1468 (lato meridionale) e, all'interno, varie preziose opere di scultura lignea e pittura tra XV e XVII secolo. Di particolare importanza storico-artistica è il complesso conventuale dei Cappuccini, voluto nel 1697 dalla regina Maria Anna di Spagna che ne fece dono al suo padre spirituale, Gabriel Pontifeser, nativo di Chiusa. Il complesso ospita oggi il Museo civico. A nord dell'abitato, vicino alla piscina comunale, è notevole l’architettura della chiesa di S. Sebastiano (o antica chiesa dell'Ospedale), di origini romaniche, a pianta centrale con 13 lobi (i 12 apostoli più la concavità dell'altare, luogo di Cristo).