Il mare è lo sfondo di una scena pennellata con il bianco accecante dei calcari, il giallo delle finissime spiagge e i verdi intensi del Conero. Sulla propaggine settentrionale del Monte, Ancona si sdraia come un'acropoli da cui Goethe diceva di poter ammirare “il più bel tramonto del mondo”. Già il colpo d'occhio tradisce le origini orientali del capoluogo delle Marche, fondato nel IV secolo prima di Cristo dai greci di Siracusa. Il massimo splendore lo raggiunse prima con l'imperatore Traiano e nel XVIII secolo con Papa Clemente XII, che concesse alla città i benefici di porto franco. A queste fortunate epoche Ancona deve le testimonianze artistiche e architettoniche più preziose. La lista delle visite irrinunciabili è lunga: la Cattedrale di San Ciriaco, sul colle Guasco, e l'Arco di Traiano, simbolo della città romana; la Loggia dei Mercanti e la chiesa di Santa Maria della Piazza, testimoni della città medievale; il Museo Archeologico delle Marche, custode di eccezionali reperti greci ed etruschi; la settecentesca Mole Vanvitelliana, oggi sede di eventi culturali. Molto ricco, il calendario teatrale e musicale del Teatro delle Muse. Re della tavola locale lo stoccafisso all'anconetana. Entrato nelle cucine della città dai lontani mari del Baltico, si è arricchito con i profumi del Mediterraneo e l'olio pregiato dei colli marchigiani e ora riempie le tavole di sagre e feste popolari. Fedele compagno, un nettare dalle tinte forti, il rosso del Cònero.