Se l'arte moderna e contemporanea fanno ancora storcere il naso ad alcuni, qui le correnti artistiche più recenti hanno trovato una loro dignità e una disposizione che le valorizza più che altrove. Ospitata dal 1998 in un edificio progettato da Rafael Moneo, la collezione si sviluppa intorno a pezzi sceltissimi e riconosce il giusto spazio anche agli artisti di oggi, optando per un allestimento che abbandona il tradizionale criterio cronologico. Tra le opere in mostra spiccano le colorate tele (1992) di Gerhard Richter e l'Installazione (1985) di Daniel Buren. Per la pop art, notevoli i lavori di Warhol, che proprio a Stoccolma ebbe un precoce riconoscimento a livello internazionale. Sempre dagli Stati Uniti, il “Cavallo di legno” di Pollock e “Monogramma”, una delle opere più conosciute del discusso Rauschenberg, che ha come soggetto una capra imbalsamata. Seguono grandi collage, sculture aeree di Calder e un'inconfondibile tela di Fontana. Dono di un collezionista privato, le piccole tele di Klee sono esposte accanto a due opere di Mirò. In una sala, risaltano per l'insolito accostamento una tela di Picasso, una scultura classicista e il vortice futurista di Rodcenko; seguono alcune celebri provocazioni dell'arte del Novecento, come la “latrina” di Duchamp. Il geometrismo di Mondrian e il futurismo di Balla introducono alla sala successiva, con tele cubiste di Picasso, Gris e Braque. Si conclude con l'espressionismo di Munch, Nolde, Kandinskij e Kirchner.