Strade strette e tortuose. Montagne brulle che sfiorano i mille metri e precipitano in acque scure che, a volte laghi a volte fiordi, sempre “Loch” vengono chiamati. Questa è la costa del nord-ovest scozzese, selvaggia, faticosa per chi deve guidare, ma impagabile per la straordinarietà di paesaggi che offre. I rari villaggi che si incontrano diventano piccole oasi di vita in una natura incontaminata, dove spesso è il vento a farla da padrone. L’itinerario (255 km) parte dal borgo peschereccio di Kyle of Lochalsh, passa per Plockton che, tra colonie di foche, un pittoresco trenino e panorami mozzafiato, è sicuramente uno dei villaggi più belli dell’area. Si attraversano pascoli silenziosi, riserve naturali paradisi per i bird-watcher, si sale con ripidi tornanti al Beinn Bhán e si arriva a un antico monastero irlandese, poi al Beinn Eighe Nature Reserve, dove alci, martore e aquile la fanno da padrone. Si superano il profondo fiordo di Loch Maree, le cascatelle di Victoria Falls e si arriva ai curiosi Inverewe Gardens, incredibili giardini subtropicali creati nell’Ottocento sfruttando le condizioni favorevoli portate dalla Corrente del Golfo. Graziose le cittadine di Ullapool, di impronta settecentesca con bianche case lungo la baia, e Lochinver, ai piedi del monte Suilven, noto come il pan di zucchero delle Highlands.