La collezione di pittura europea è al secondo piano; copre un arco di tempo che va dal XIII al XVIII secolo ed è una delle più vaste e importanti al mondo: dei circa 1700 quadri che la costituiscono, decine e decine sono quelli che appartengono all’immaginario della cultura iconografica occidentale. In alcuni casi particolari la ricchezza di questa raccolta non ha praticamente eguali al mondo. Scuola italiana. Di grande interesse sono la Madonna col Bambino (1300) di Duccio di Buoninsegna, l’Epifania di Giotto, il Viaggio dei Magi del XV secolo del senese Sassetta; di Andrea Mantegna si ammira l’Adorazione dei Pastori, di Antonello da Messina il Cristo coronato di spine. L’apprendistato di Raffaello presso il Perugino è testimoniato dalla Madonna in trono col Bambino e santi. Per completare la rassegna del rinascimento fiorentino maturo, due capolavori: il Ritratto di giovane uomo di Bronzino e la Sacra Famiglia con S. Giovannino di Andrea del Sarto. Dipinti importanti sono Venere e Adone di Tiziano, Marte e Venere uniti da Amore di Veronese e La moltiplicazione dei pani e dei pesci di Tintoretto. Il Seicento italiano si apre con Caravaggio (Diniego di Pietro). Non mancano il Tiepolo (Il trionfo di Mario), il Canaletto (Piazza S. Marco) e Francesco Guardi (Paesaggio fantastico). Scuola olandese. In Olanda nel Seicento la pittura di paesaggio è portatrice di un profondo rinnovamento, soprattutto per merito di Jan Van Goyen (Castello sul fiume). Di Rembrandt il museo possiede una ricca selezione di opere: Uomo in costume orientale, Ritratto di Herman Doomer, e tele più tarde, Autoritratto e Aristotele con il busto di Omero. Nelle scene di genere eccelse soprattutto Vermeer, di cui si ammira La Fanciulla con la brocca. Scuola britannica. In estrema sintesi l’eccellenza della pittura britannica si esprime nei ritratti e nei paesaggi, e il museo ne offre esempi significativi. Scuola spagnola. Osserviamo i diversi modi che attraversano la pittura di El Greco (Veduta di Toledo), Jusepe de Ribera (lo Spagnoletto, Matrimonio mistico di S. Caterina d’Alessandria). Velázquez fu sommo artista e insuperabile ritrattista, il Metropolitan possiede molti suoi ritratti tra cui uno dei più ammirati è Juan de Pareja; ritrasse più volte il re di Spagna Filippo IV. Non può mancare Goya (Don Manuel Osorio, Ritratto di Don Sebastián Martinez y Pérez). Scuola francese. Per il XVII secolo tra gli altri spicca Georges de La Tour (Maddalena penitente). Il Settecento è rappresentata da Boucher (La toletta di Venere), Watteau (Mezzettino), Fragonard (Le due sorelle). La morte di Socrate di Jacques Louis David divenne il manifesto del neoclassicismo. Scuola tedesca. L’arte del rinascimento italiano è alla base dell’opera di Dürer e di Hans Holbein il Giovane (Ritratto di Hermann Wedigh). Lucas Cranach il Vecchio invece mostra di attardarsi sulla scia del gotico tardo. Scuola fiamminga. Citiamo, tra gli altri, il dittico della Crocifissione con il Giudizio finale di Van Eyck, poi Hans Memling (Ritratti di Tommaso Portinari), Petrus Christus (Ritratto di monaco certosino), Dirk Bouts, Giusto di Gand. Si ammira anche Gerard David (Madonna col Bambino e quattro angeli), Pieter Bruegel il Vecchio, il massimo pittore fiammingo del XVI secolo (Mietitura) e Quentin Metsys (Ritratto di donna). Fu l’esperienza italiana che formò maggiormente Pieter Paul Rubens (Autoritratto con la moglie Hélène e il figlioletto, Sacra Famiglia con S. Francesco, S. Anna e S. Giovannino, Venere e Adone). Anche Antonie Van Dyck deve molto al suo viaggio in Italia (Madonna col Bambino e S. Caterina, Ritratto del duca James Stuart).