Potenti getti di vapore surriscaldato e vasche d'acqua di origine geotermica profonde anche alcuni metri. Tutt'intorno, incrostazioni grigio giallastre di geyserite silicea (roccia che si deposita all'imboccatura dei geyser), una distesa spoglia, investita da forti raffiche di vento, campi di lava e detriti glaciali. Una terra non certo a misura d'uomo quella dell'Islanda centrale che, nei pressi della solfatara di Hveravellir (600-700 metri di altitudine), si trasforma quasi in un antro infernale che puzza di zolfo. Ma l'inospitalità del territorio svanisce presto davanti al fascino della natura che qui, più che in ogni altro paese europeo, domina incontrastata.