Danneggiato durante gli scontri del 1989 e ottimamente riallestito, il Museo nazionale di Arte della Romania vanta un patrimonio di oltre 70mila opere. Ospitato nel palatul Republicii, un tempo Palazzo Reale, si compone di due parti i cui ingressi si fronteggiano: a destra l'arte nazionale e a sinistra quella internazionale. Nella sezione di arte romena le opere più antiche risalgono al XIII secolo. Si segnalano l'icona della Madonna Odigitria, un portale in pietra e 12 eccezionali affreschi dalla cattedrale di Curtea de Arges. Seguono sale che testimoniano l'influenza germanica nell'arte romena e, nel grande ambiente dedicato all'arte in Moldavia nel XVI secolo, icone, paramenti sacri, arazzi con temi biblici e una notevole porta imperiale dipinta con scene dell'Annunciazione. Aprono l'esposizione al piano superiore le opere del primo protagonista dell'arte moderna romena: Aman (1831-1891). Si continua con il grande Grigorescu (1838-1907), forse il massimo pittore nazionale, per finire con Tonitza (1886-1940), le cui tele chiudono la rassegna a causa della discutibile scelta di non esporre le opere realizzate durante i 43 anni di regime socialista. L'arte internazionale è invece divisa per aree di provenienza. Posto d'onore per l'arte italiana, anche se per qualità di dipinti la sezione più ricca è quella spagnola, con Greco e Alonso Cano. Fra le tele più importanti si segnalano “Ritratto di uomo col copricapo blu” di Van Eyck, “Ritratto di donna” di Rubens e un Rembrandt.