Sorge a km 2 a sud dell'abitato alla sinistra del fiume Tanagro. Detta anche dell'Angelo (o di S. Michele), è l'antico percorso sotterraneo di un fiume, che forma un sistema di caverne e gallerie, con uno sviluppo di oltre km 2, in parte occupato dalle acque di un laghetto. Nel 1897 vi si fecero ricerche scientifiche, ritrovandovi avanzi di due palafitte, oggetti neolitici e dei periodi seguenti. Risultò che la grotta, occupata dall'acqua nel neolitico, fu abitata con la costruzione di palafitte; lo fu anche nell'eneolitico; poi, ma non più su palafitte, ebbe abitatori nell'età del bronzo e nella prima età del ferro. Venne frequentata nel periodo lucano-greco e romano; verso la metà del sec. XI vi cominciò il culto cristiano. I primi abitanti erano probabilmente di razza mediterranea. L'ingresso, a quota 264, è alto 20 metri, largo 15. Si entra nella grotta su un terrapieno lungo circa 50 metri, in fondo al quale è una zattera su cui si compie la visita della prima caverna. Dalla volta pendono numerose stalattiti che si specchiano nelle acque. Approdati alla prima Sala, in cui scroscia una pittoresca cascata, la grotta si divide in tre rami principali: il Braccio della Sorgente, e percorribile fino al Paradiso, ricco di concrezioni, da cui si diramano alcuni cunicoli; il Braccio Centrale, disadorno e di scarso interesse, cosparso di frane antiche e recenti; il Braccio Principale, che presenta varie diramazioni, cunicoli bassi e stretti, ornati di ricchissime concrezioni, eleganti e fragili, che contrastano con quelle più robuste della galleria principale. Questa è tutto un seguito di scenografici quadri costituiti da cascate di stalattiti che si intrecciano alle colonne delle stalagmiti. La lunghezza complessiva delle gallerie finora esplorate è di m 2560 circa.