Nel convento dei Cappuccini ha sede il Museo della Montagna. Già dal lontano 1874 la sezione torinese del Club Alpino Italiano aveva chiesto di posizionare sul monte dei Cappuccini un punto di osservazione dotato di cannocchiale mobile. Nel 1901 il principe Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi, donò al Cai di Torino (sezione di cui era presidente onorario) una raccolta di oggetti utilizzati nel corso della sua spedizione al Polo Nord del 1899. Ebbe inizio così la raccolta museale che andò ad arricchirsi sempre più. Dopo numerose traversie legate alla sua collocazione logistica - tra cui i danni causati dai bombardamenti nel 1943 - a partire dal 1978 il museo ha cominciato ad assumere la sua forma attuale, con la ristrutturazione di base completata nel 1981 e successivi interventi tra la fine del Novecento e l'inizio del millennio. Nella sezione al pianterreno si trattano gli aspetti naturalistico-ambientali della montagna, le sue tradizioni, la vita, l'arte e gli apporti tecnologici che ne hanno determinato le trasformazioni. Il primo piano è invece dedicato alla pratica alpinistica nelle sue varie manifestazioni storiche, esplorative, sportive. Nei locali del seminterrato vengono allestite mostre temporanee o manifestazioni, in linea con la filosofia del museo che, attraverso iniziative di diffusione della cultura alpina, si propone come un punto di contatto che unisce idealmente le montagne di tutto il mondo. Da non perdere è la salita al posto di vedetta: dalla terrazza panoramica esterna, meteorologia permettendo, si gode una fantastica vista a 360 gradi sulla città e sui 400 chilometri dell'intero arco alpino, dalle Alpi Marittime al Monte Rosa.