Ha sede nella sconsacrata (da oltre due secoli) chiesa di S. Agostino, iniziata probabilmente nel 1260 con la facciata tripartita da lesene, dall’usuale paramento a fasce bianche e nere, mentre l’interno a tre navate conserva un prezioso ciclo di affreschi medievali (Barnaba da Modena e Nicolò da Voltri) e seicenteschi. La quattrocentesca torre campanaria, che richiama nelle forme il campanile di S. Giovanni di Pré, è dotata di cuspide e pinnacoli rivestiti con insolite mattonelle policrome. Utilizzata dapprima come deposito di frammenti architettonici, sculture e lapidi provenienti da diverse zone della città, quindi come auditorium e spazio teatrale, la chiesa ha annesso l’ex complesso conventuale, che con i due chiostri – il più antico, dall’insolita forma triangolare, è databile al tardo medioevo, mentre quello a pianta rettangolare risale alla prima metà del XVII secolo – è oggi sede museale.<br>L’allestimento consente di cogliere l’evoluzione della cultura figurativa a Genova dal X al XVIII secolo, offrendo suggestive digressioni verso gli ambiti culturali francesi, romani, lombardi e toscani. Accanto ai reperti scultorei vi sono conservati affreschi staccati e opere di pittura monumentale che rimandano alla storia dell’antico centro cittadino; sezioni specifiche sono dedicate alla scultura in legno e in avorio (secoli XIII-XIX) e alla statuaria devozionale. Tra i pezzi in mostra spiccano il sigillo tombale di Simonetta e Percivale Lercari (1259), gli affreschi di Manfredino da Pistoia (secolo XIII), i resti del monumento funerario di Margherita di Brabante, moglie dell’imperatore Arrigo VII, eseguito nel 1313-14 da Giovanni Pisano, gli affreschi di Luca Cambiaso (secolo XVI) e di Valerio Castello (secolo XVII), oltre alla Madonna col Bambino e al Ratto di Elena del marsigliese Pierre Puget (secolo XVII). Notevole interesse riveste infine la sezione di pittura su tavola che, attraverso una serie di veri e propri capolavori (la bizantina Madonna di Pera, il Crocifisso monumentale e la pala della Madonna con Bambino e santi di Barnaba da Modena, due delle più significative realizzazioni della pittura italiana post-giottesca, oltre a opere di Giovanni Mazone, Ludovico Brea e Luca Baudo), documenta l’importanza di Genova nel tardo medioevo, non solo come centro economico e politico ma anche come raccordo fra esperienze artistiche italiane, mediterranee e fiamminghe.<br>Accanto alla chiesa si trova il teatro di S. Agostino, fondato nel 1701 e ora sede della Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse che si distingue per la realizzazione di spettacoli in spazi inusuali e a diretto contatto con il pubblico; di suggestione particolare è la Stagione estiva organizzata tutti gli anni ad Apricale.