Leggendo il menu si rimane presto stupiti dalla proposta all'insegna dell'inconsueto e della sorpresa: lo chef Lorenzo Romano lo indica chiaramente nel nome stesso del locale, a riprova di una costante sfida alle percezioni visive. Abbandonati i canoni della tradizione, il ristorante ha imboccato la strada di un divertissement gourmet, ossia della ricerca di preparazioni e accostamenti inusuali che inducano il commensale a rivedere le proprie certezze in tema di percezioni sensoriali. Ne è esempio il piatto divenuto "manifesto dello chef": in Ceci, nest pas un tomate tutto è diverso da ciò che sembra, un pomodoro, che in realtà pomodoro non è, ripieno di burrata con gel di pomodoro, pane e olive - che cita René Magritte e strizza l'occhio al surrealismo