La sala è un perfetto equilibrio tra l’antico e il contemporaneo con un design che incontra un’eleganza attenta al dettaglio. Divide il divisorio all’ingresso una tela rosso fuoco in contrasto al biancore delle pareti, completa la bella vetrata che si affaccia su un piccolo giardino all’orientale, uno spazio zen per concedersi momenti di relax dopo un sontuoso pasto. Una cucina, quella dello chef Igor Macchia, estremamente raffinata che guarda principalmente alla qualità della materia prima del territorio in un mix, a volte, di ingredienti provenienti da paesi lontani, di piatti piacevoli alla vista e confortevoli al palato. Le proposte in carta sono davvero tante. Segnaliamo le melanzane fritte, fontina e misticanza e i ravioli di maiale, puntarelle e fondo al vino rosso. Assolutamente meritano l’assaggio i dessert della brava pasticcera Chiara Patracchini: consigliamo il Gianduj’8 (variazione sul Gianduja) e la Grolla 2017 (bavarese al caffè, arancia, anice stellato e meringhe al cacao)