Secondo per importanza e ruolo storico solo a via Emilia, il corso – in larga parte bordato da un doppio filare di tigli – ricalca l’antico alveo del torrente Crostolo (che, fino al XIII secolo, scorreva tra i borghi interni della città medievale). L’antico nome popolare con cui viene usualmente identificato, corso della Ghiara, deriva dai depositi ghiaiosi che caratterizzavano il letto del torrente in questo suo originario percorso urbano. Singolarmente ampio per una città storica, è sempre stato una specie di teatro all’aperto della città: qui si correvano il palio di S. Prospero e la Quintana, si snodavano le processioni religiose e si tenevano altre rappresentazioni con sfilata di carri allegorici e apparati scenici. Ha nel santuario della Beata Vergine della Ghiara il monumento storico-artistico di maggiore rilievo. Si susseguono il palazzo Ducale, eretto alla fine del XVIII secolo, Palazzo Becchi-Magnani, di costruzione cinquecentesca e facciata neoclassica, e palazzo Panciroli-Trivelli. Nel mese di maggio, per iniziativa del comune coeva alla costruzione del santuario, vi aveva luogo fin dal 1601 un’importante fiera mercato di primavera, sospesa nel 1862 a causa di una rovinosa nevicata e sostituita da alcuni decenni con analoga iniziativa nel mese di settembre, nota come Giarèda. Adiacenti al santuario della Beata Vergine della Ghiara, si allineano l’alto portico del convento dei Servi di Maria di origine trecentesca e, al civico 42, il palazzo delle Bonifiche (sede del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale), eretto nel 1662, sopraelevato nell’Ottocento, che conserva nell’interno un elegante scalone settecentesco. Da via S. Pietro Martire, che lambisce a sud il Palazzo Ducale, si raggiunge la casa di Antonio Casotti (entrata da via Fiordibelli 1), architetto reggiano del XV secolo nel cui cortile si trova un ballatoio rinascimentale impreziosito da affreschi con scene profane di Nicolò dell’Abate (1535 ca.).