Il segmento occidentale della via Emilia mostra su entrambi i lati interessanti architetture, in cui il prevalente segno neoclassico è intercalato da edifici più antichi: sul fronte nord, la trecentesca torre dei Sessi, recentemente restaurata, si erge nel laterale vicolo Trivelli, mentre al numero 5, d’angolo con la successiva via Campanini, spicca la settecentesca facciata di palazzo Sormani-Moretti (Bernardino Iori, 1768-80, e Giuseppe Barlaam Vergnani, fine secolo XVIII). Sul lato sud della via, al civico 4, ora sede di un istituto bancario, è conservato un mosaico del III secolo d.C., rinvenuto nelle fondazioni insieme con tracce della antica chiesa di S. Bartolomeo. Nell’adiacente casa Cammellini, al numero 6, si conservano tre grandi tempere raffiguranti paesaggi, opere giovanili di Antonio Fontanesi; al 14 palazzo Fossa-Borzacchi (secolo XV, ristrutturato nel 1700) mostra un cortile porticato e uno scalone settecentesco con ornati in stucco. L’ottocentesco palazzo della Dogana (Luigi Croppi, 1843), al civico 25, delimita il fondale di piazza Gioberti, allo snodo con corso Garibaldi, dove si innalza l’obelisco. Nel tratto che prosegue a est verso piazza Duca d’Aosta si segnalano, al numero 33, il neoclassico palazzo Franchetti (1886), abitato dal musicista Alberto (1860-1942) e dall’esploratore Raimondo (1889-1935), e al 30 la chiesa di S. Stefano.