È questo il ‘corso’, l’arteria lungo la quale nell’Ottocento si sviluppò Gorizia e ancora oggi ospita un piacevole passeggio: vi si affacciano numerosi edifici ad angolo, le cui architetture continuano armonicamente lungo le vie laterali. Tra queste spiccano Palazzo De Claricini (1872-73), all’angolo di via Cascino, o il caffè alla Viennese (oggi Garibaldi) con cariatidi, bovindo e loggetta (Alessandro Pich, 1899), all’incrocio con via XXIV Maggio. Procedendo verso la stazione si incontrano il palazzo della Provincia (1873) e una serie di ville opera di progettisti principalmente locali: al N. 61 la villa Furlani (1875) del Pich; al 178 la casa Luzzatto (1905) e al 182 la casa Jona (1909-10), entrambe di Girolamo Luzzatto, vicine al Sezessionstil viennese; al N. 214 la villa Blasig, con frontoncino a pinnacolo di gusto gotico (1897); al 224 la villa Venezia (1898); al 226 il villino Vervega (1866) di Catullo Bisi, che all’epoca fece scandalo in città. Fra le costruzioni eclettiche si inseriscono le architetture del ventennio: fra il corso e via Rossini la casa Deperis, nel cui disegno Umberto Cuzzi sviluppò il tema, caro all’architettura goriziana, della pianta ad angolo curvo; ai civici NN. 148-152, la casa Villani (1922-25) con eleganti bovindi; al 205 la casa Nale di forme liberty (1922-24). Allo stile eclettico appartiene, in fondo al corso, la chiesa di S. Giusto (1923-25). A circa metà del corso si apre il parco della Rimembranza che si trova nel luogo che un tempo era il camposanto cittadino.