Prende nome, al pari di tutto il sestiere, dalla chiesa di S. Maria Maddalena, già documentata nel 1150. L’edificio attuale, però, è frutto di una ricostruzione tardocinquecentesca, diretta dal Vannone, cui fecero seguito, nella seconda metà del secolo XVII, la realizzazione della cupola e la ripartizione dell’interno in tre navate scandite da colonne binate, sul modello della chiesa di S. Siro. Scelta, invero, poco felice, considerando le ridotte dimensioni del tempio, cui hanno posto parziale rimedio gli affreschi eseguiti nel 1729-37 da Sebastiano Galeotti e dal suo allievo Sigismondo Betti.<br>È detto quattro canti di S. Francesco l’incrocio tra via della Maddalena e vico alla Posta Vecchia, che conduce all’omonima piazza, già della famiglia De Franchi. Il palazzo di Stefano De Franchi (N. 2) conserva, al piano nobile, pregevoli affreschi con episodi della Gerusalemme Liberata, opera di Bernardo Castello.