Contigua a Sant’Erasmo, luogo di antico insediamento, nel 1468 vi si stabilì per decreto del Senato un lazzaretto destinato alla prevenzione dei contagi, con strutture per la contumacia delle persone e l’espurgo delle merci provenienti dall’Oriente, diversamente dal Lazzaretto Vecchio dov’erano ricoverati i casi manifesti di peste. Durante la pestilenza del 1576, come racconta il letterato Francesco Sansovino, nell’isola erano sistemate circa 10.000 persone in un insieme di edifici che aveva aspetto di castello, irti di grandi camini alla veneziana. Sulle pareti del cinquecentesco Tezon Grande, superstite e lunghissimo edificio che serviva alla quarantena delle merci, ancora si vedono iscrizioni e disegni di mercanti, facchini, guardiani, testimonianza del passaggio delle navi. Caduta la Repubblica, al tempo dei francesi e degli austriaci il Lazzaretto Nuovo fu usato a scopi militari.<br>Da tempo l’isola – su cui, oltre al Tezon (in parte adibito a mostre ed eventi), si conservano le mura e due edifici minori (torresin della polvere) – è in concessione a un’associazione di volontari, Ekos Club, che insieme all’Archeoclub d’Italia ne ha curato il recupero riportando alla luce parte delle antiche strutture. L’area storica e archeologica, con l’esposizione di reperti delle campagne di scavo, e la natura fascinosa – che comprende, lungo il perimetro nord, una delle più belle barene della Laguna – si esplorano grazie a visite guidate. È allestita anche una piccola mostra didattica sulle barene; d’estate l’Archeoclub organizza campi scuola.