La zona della città presso il ponte di Rialto – compresa tra il ponte stesso, la Pescaria, il campo delle Beccarie e le chiese di S. Aponal e S. Silvestro – è considerata per tradizione uno dei suoi primi insediamenti, terzo caposaldo dell’antica struttura urbana insieme a San Marco, il polo religioso-politico, e all’Arsenale, cuore della potenza marinara. Centro dei mercati già dall’XI secolo, vi si concentrarono col tempo anche le attività finanziarie e le più importanti magistrature connesse alle attività economiche. L’originaria disposizione del mercato, articolata per aree di vendita merceologicamente distinte, è ancora leggibile nella toponomastica che rimanda alle funzioni: ruga degli Speziali, ruga degli Orefici, Erbaria (mercato delle verdure), Casaria (mercato dei formaggi), Pescaria (mercato del pesce), Beccarie (mercato delle carni). Intorno ai campi dei mercati si addensa il tessuto urbano, non tagliato da corsi d’acqua, con un fitto intreccio di botteghe, magazzini, abitazioni, calli lunghe e corte. L’organizzazione del mercato, distrutte le strutture medievali da un grande incendio nel 1514, fu riproposta da Antonio Scarpagnino. Si aggiunsero le Fabbriche Vecchie e Nuove e i due palazzi che si fronteggiano ai lati del ponte di Rialto, con prospetto sul Canal Grande: il bianco, elegante palazzo dei Camerlenghi, rinascimentale (sede di magistrature finanziarie); e il palazzo dei Dieci Savi (magistrati preposti alle tasse), costruito dallo Scarpagnino stesso e ora sede del Magistrato alle Acque e del Genio Civile.