Percorrendo il tratto iniziale di via Scalza, si ammira il palazzo Clementini, una tra le migliori realizzazioni in città di Ippolito Scalza, architetto orvietano cui si deve buona parte del rinnovamento cinquecentesco in città. Chiamato anche palazzo del Cornelio, la grandiosa costruzione è oggi sede del Liceo-Ginnasio e della Biblioteca comunale «L. Fumi», nella quale sono conservati preziosi incunaboli e autografi.<br>Nei pressi sorge anche il palazzo Monaldeschi della Cervara (1570-75), residenza di una tra le più antiche famiglie della nobiltà orvietana, alleata del papato. Pregevole il salone della Caminata, al piano nobile, decorato da un ciclo di affreschi dipinti a più mani dall'équipe di Cesare Nebbia; il soffitto ligneo a cassettoni è suddiviso in 15 parti, con pannelli dipinti a soggetti astrologici e mitologici. Oggi è sede dell'Istituto statale d'Arte.<br>Seguendo la curva di via Scalza si raggiunge la chiesa di S. Lorenzo de' Arari, ricostruita nel 1291 in forme romaniche, con pareti interne decorate da interessanti dipinti del XIV-XV secolo; nella cappella maggiore è custodita l'ara etrusca che dà il nome alla chiesa e sostiene la mensa dell'altare. Annessa al successivo monastero delle Clarisse (XV-XVI secolo) è la chiesa del Buon Gesù, costruita nel 1618 e ornata all'interno da stucchi barocchi e da affreschi di Salvi Castellucci (1647). Una cortina di antiche case delimita la successiva via degli Alberici.