Si sbarca alla marina, gremita di barche da pesca tirate a secco, sotto le imponenti mura, ai cui estremi sono due torrioni: oltre la porta di ingresso al circuito difensivo, una ripida strada attraversa una seconda apertura, che si dispone sotto i bastioni di collegamento tra la prima cerchia difensiva (in basso) e la seconda e la terza linea di fuoco (in alto); si trova sotto la torre dei Cavalieri del Crocifisso, difesa da un piombatoio, e conserva sull'architrave due bassorilievi e una scritta («coteret et confriget», spezzerà e stritolerà) a memoria delle vicende dell'isola. Il passaggio che segue è in una galleria chiusa da ampie volte a crociera: vi si incontrano in successione la piccola cappella votiva con la statua di S. Maria delle Grazie e, all'uscita, un fregio a croce (reca la data 1512) posto in chiave all'arco. Un'altra rampa sale all'ingresso sotto la torre del Pennello, struttura difensiva di forma quadrangolare pure munita (sopra la porta) di piombatoio con scivoli e merli: qui è l'antico corpo di guardia (stanza dell'Uomo armato), ove i visitatori erano un tempo invitati a riporre le armi prima di accedere al paese.<br>Si supera sulla sinistra il bastione del Cannone, postazione di fuoco a difesa dell'isola sin dal XVI secolo, e si imbocca via Diomede, attorno alla quale si sviluppa l'abitato:l'architettura documenta, per i differenti periodi di intervento, altrettanti stili diversi, che spaziano dai magazzini napoletani alla casa del Giudice (tra le più vecchie), sino all'intervento INA-CASA, improprio in un contesto così suggestivo.