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Corso Diaz

localita

corso Diaz 58024 Massa Marittima (GR)
È l’asse della Città nuova, con una serie di edifici, chiese e musei d’interesse.
Il notevole complesso conventuale di S. Pietro all’Orto – con la ex chiesa, l’elegante chiostro quattrocentesco di S. Agostino e la chiesa di S. Agostino – costituisce il principale polo museale di Massa Marittima.
Il Museo degli Organi meccanici antichi della Fondazione Santa Cecilia si trova nella ex chiesa di S. Pietro all’Orto (N. 28), costruita nel 1197 in forme di transizione tra romanico e gotico, ultimata entro il 1273, e passata al Comune nel 1866. L’edificio conserva affreschi tre-quattrocenteschi, mentre la collezione documenta l’evoluzione tecnologica, stilistica e di gusto degli strumenti a tastiera (dal clavicembalo al pianoforte), con particolare riguardo alla produzione di eccellenza italiana.
La vicina chiesa di S. Agostino, sorta fra 1299 e 1312 ha facciata semplice ed elegante interno a navata unica, con archi acuti trasversali, copertura lignea e abside pentagonale; tra le opere notevoli, un’Annunciazione dell’Empoli, una Fuga in Egitto di Lorenzo Lippi, una Madonna con Bambino e santi, e una Visitazione di Rutilio Manetti.
Il Museo di Arte sacra (N. 36) espone capolavori prodotti per le chiese e gli edifici sacri cittadini nel periodo di massimo splendore di Massa Marittima. Spiccano i dieci ‘rilievi neri’ preromanici, un Telamone, un Grifo e un Cavallo di Giovanni Pisano (che erano sulla facciata del Duomo), un Crocifisso ligneo dipinto di Giovanni Pisano, una Croce di Andrea Pisano in argento e smalti, una vetrata su cartone di Pietro Lorenzetti (che era nella sagrestia del Duomo) e la splendida tavola della Maestà dipinta da Ambrogio Lorenzetti per la chiesa di S. Pietro all’Orto, ritrovata per caso nei magazzini dell’edificio nel 1866.
Il Centro espositivo di Arte contemporanea (N. 30) accoglie la Collezione Martini: quasi 750 opere tra dipinti, disegni e grafiche dalla fine dell’800 fino a maestri contemporanei come Annigoni, Guttuso, Maccari, Gentilini e Mario Schifano.
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