Piegando da piazza Balla lungo corso Botta, sulla sinistra si nota l'edificio di inizio '900 dell'ex cinema teatro Sirio, e dalla parte opposta il discusso complesso della Serra, adibito a centro congressi. All'angolo dei giardini pubblici sorge la torre di S. Stefano, unico resto di un'antica abbazia. Da qui si risale, lungo corso Umberto I, la Dora, parzialmente deviata da uno sbarramento verso il naviglio. Le acque del fiume non sono più cerulee come le cantava Carducci nell'enfatica ode al Piemonte (“Ivrea la bella, che le rosse torri specchia / sognando la cerulea Dora”) e, facendogli eco, Gozzano nella sua assai più dimessa Signorina Felicita (“E ti rivedo ancora / e Ivrea rivedo e la cerulea Dora / e quel dolce paese che non dico”): ma il passeggio lungo le sponde della Dora (corso Umberto I - corso Cavour - corso Garibaldi) resta un'occasione per apprezzare l'insieme urbanistico del centro storico, raccolto e coronato dalle rosse torri del castello. Dal ponte Vecchio inoltre, altrettanto suggestiva è la visione sul Borghetto, il vecchio borgo di viuzze e case a picco sul fiume.