Corso Re Umberto e il parallelo corso Galileo Ferraris, con l'intersezione perpendicolare di corso Vittorio Emanuele II, costituiscono l'esempio tipico dei viali rettilinei e alberati creati con gli ampliamenti tardo-ottocenteschi della città. La tradizione vuole che nel novembre del 1897 sulle panchine delle aiuole di corso Re Umberto (altri dicono ai tavolini del caffè Piatti), alcuni studenti del liceo-ginnasio «Massimo D'Azeglio» fondassero una società di calcio - uno sport di fresca importazione dall'Inghilterra - e la chiamassero Juventus. Ma dai banchi del D'Azeglio, che ha sede nella parallela via Parini, uscirono anche i migliori ingegni della cultura torinese degli anni tra le due guerre: Piero Gobetti, Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Norberto Bobbio. Sempre nei pressi, in via Biancamano N. 2, si trovano gli storici uffici della casa editrice Einaudi, altra roccaforte culturale della città. All'angolo con corso Vittorio Emanuele II e il caffè Piatti, storico locale in cui buon gusto e cultura hanno una tradizione comune. L'ampio corso Vittorio Emanuele II, porticato per un lungo tratto, e il vero 'equatore' della città che taglia in due dalle sponde del Po, presso il parco del Valentino, fino all'innesto con corso Francia. All'incrocio con corso Galileo Ferraris, al centro di uno slargo, si staglia l'enfatico monumento al re galantuomo, Vittorio Emanuele II (Pietro Costa, 1899), alto quasi 40 m.