A differenza di Chinatown, che lo è ancora, Little Italy oggi non è più l’enclave etnica che fu in passato. Resterà quindi deluso chi si aspetta di respirare l’autentica atmosfera italo-americana che di questo quartiere ci hanno trasmesso con potenza tanti film (uno per tutti, C’era una volta in America, di Sergio Leone). L’abbandono degli italo-americani ha lasciato una scia di nostalgici negozietti di souvenir, di bandierine tricolori in una striscia di territorio sempre più piccola e assediata dai cinesi. Resistono solo alcuni ristoranti tradizionali e la festa di S. Gennaro, in settembre. A Manhattan il quartiere dell’immigrazione italiana si concentrava negli isolati racchiusi tra Lafayette Street, East Houston Street, Bowery e Canal Street. Le prime presenze italiane attorno a Mulberry Street datano agli anni ’80 dell’Ottocento, ma la massima espansione di quest’isola etnica si ebbe tra il 1890 e il 1924, in concomitanza con la forte ondata di migranti provenienti soprattutto dall’Italia meridionale (Napoli e Sicilia in particolar modo). Fra le strette strade del mercato di Little Italy si consuma il tentato omicidio di Don Vito Corleone (Marlon Brando) nel Padrino (1972) di Francis Ford Coppola, girato davvero a New York nel 1971.