È l'ultima grande realizzazione, nonché una tra le più scenografiche, della Roma papale; chiusa a nord dall'omonima porta e dominata a est dalle rampe della passeggiata del Pincio, anche prima del definitivo assetto ottocentesco impressionava il forestiero al suo ingresso in città annunciandone le 'meraviglie' artistiche e il carattere 'sacro'. Il vasto spazio, sapientemente orchestrato negli aspetti urbanistico, architettonico, paesistico e di arredo urbano, si è configurato nell'arco di tre secoli e mezzo, dalla ricostruzione della chiesa di S. Maria del Popolo alla sistemazione neoclassica di Giuseppe Valadier, che rilesse la tradizione barocca secondo i criteri illuministi di utilità sociale e di integrazione fra architettura e natura: una soluzione che ha armonicamente ricollegato le preesistenze monumentali, dotando la città del primo parco pubblico dei tempi moderni. Oltre a costituire il monumentale 'vestibolo' alla città, la piazza era adibita in passato a fiere, giochi e spettacoli popolari (da qui partiva la «corsa dei Bàrberi» durante il Carnevale), nonché a esecuzioni capitali. Ai primi del '500 risale l'idea del Tridente aperto a ventaglio verso il centro della città e incentrato sulla piazza, che aveva allora una forma trapezoidale convergente alla porta. Gregorio XIII fece collocare nel 1572 al centro della piazza la prima fontana pubblica di Roma moderna, mentre Sisto V potenziò la funzione prospettica degli assi del Tridente ponendo alla loro confluenza l'obelisco Flaminio. Dopo gli interventi di Alessandro VII (rinnovamento di S. Maria del Popolo e approvazione del progetto per le chiese 'gemelle' all'imbocco del Corso) legati all'entrata in Roma di Cristina di Svezia (1655), la piazza non subì modifiche fino a inizi '800; il riassetto definitivo, progettato dal Valadier nel 1811 e modificato nel 1815-16, fu avviato dal prefetto Camillo De Tournon e portato a compimento nel 1824: all'architetto si debbono, oltre al disegno della piazza e delle rampe, gli edifici presso la porta, quelli all'imbocco del Tridente e la sistemazione della base dell'obelisco. La parte retrostante all'emiciclo ovest fu ristrutturata secondo uno schema ortogonale dai piani regolatori del 1873 e 1883, in funzione del collegamento con il Vaticano attraverso il nuovo quartiere di Prati.