Si concluse qui la battaglia del 28 ottobre 312 tra Massenzio e Costantino. La vittoria di quest’ultimo (a seguito del celebre presagio) segnò la dichiarazione del cristianesimo come religione ufficiale dell’impero romano. Il ponte, che dà nome all'omonimo piazzale, fu ricostruito lungo la Via Flaminia nel 109 a.C. dal censore Marco Emilio Scauro, in sostituzione di un collegamento ligneo già esistente a fine sec. III a.C. Chiamato in origine «Mulvius» e poi «Milvius», si corruppe nel Medioevo in «Molbius» e «Mole», fino a «Molle» ancora presente nell'uso popolare; chiuso al traffico automobilistico, ha conservato, attraverso i numerosi riadattamenti, scarse tracce della struttura romana. In tufo e pietra sperone, originariamente aveva quattro grandi archi con ghiere in travertino (ne rimangono due verso la sponda sin.) e due arcatelle sulle testate, presto sostituite da passerelle mobili in legno. Dei torrioni che lo rinforzarono alle estremità, il più antico a nord - riedificato da Belisario (537) e successivamente ampliato inglobando un pilone nel basamento - è forse da identificarsi con la medievale torre del Tripizone (secondo altri questa era invece una struttura difensiva esterna al ponte, distrutta sotto Niccolò V). Dopo ripetute distruzioni e lavori di ripristino, nel 1805 Giuseppe Valadier progettò, in occasione del ritorno a Roma di Pio VII, l'attuale sistemazione, collegando le sponde con due nuove arcatelle, trasformando il torrione quadrato nord in porta fortificata e ornando la testata della sponda opposta con basamenti per statue (su quella di sin., S. Giovanni Nepomuceno di Agostino Cornacchini, del 1731, e Immacolata del 1840). Fatto saltare parzialmente dai garibaldini nel 1849 per ostacolare l'avanzata dei Francesi, fu restaurato nel 1850 e poi nel 1871 da Francesco Azzurri.