Chiamato anche campo Francesco Morosini, è il più grande della città e uno dei luoghi di ritrovo preferiti dai veneziani, con caffè e tavoli all’aperto. Spicca al centro il marmoreo monumento a Niccolò Tommaseo (1882), tra i protagonisti dell’insurrezione antiaustriaca del 1848, qui effigiato meditabondo con un cumulo di libri ai piedi. Il vasto spazio, allungato a ventaglio e articolato in due aree, è chiuso a nord dal fianco della chiesa di S. Stefano e delimitato da una cortina continua di eleganti edifici. Vi si fronteggiano palazzo Morosini, costituito da due corpi con corte comune (cui si accede per il bel portale in pietra d’Istria), unificati a fine XVII secolo da Antonio Gaspari; e il lungo edificio di palazzo Loredan, di origine gotica ma ricostruito nel Cinquecento su progetto di Antonio Scarpagnino, sede dell’Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti, fondato nel 1810.<br>Oltre palazzo Morosini si allunga lo spazio minore di campiello Pisani, sorta di corte privata dominata dall’imponente facciata di palazzo Pisani, con al centro alte serliane sovrapposte. Iniziato nei primi del ’600 e compiuto da Girolamo Frigimelica nel 1728, è oggi sede del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello (in cui si tengono anche concerti). Sul fondo, verso l’ex chiesa di S. Vidal, chiude campo S. Stefano la cancellata di palazzo Cavalli Franchetti.