Piazza Unità – come si dice in breve – è il cuore di Trieste, la piazza simbolo dove si ergono i palazzi del Governo e Comune e dove uno dei lati si apre sul mare, come fosse una quinta scenografica. La piazza è stata teatro di episodi storici fondamentali per la città: qui nel luglio del 1914, le salme dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie, uccisi a Sarajevo, sfilarono tra una folla immensa verso il treno che le avrebbe portate a Vienna; nel novembre 1918 gli abitanti stremati accolsero i primi bersaglieri italiani scesi dal cacciatorpediniere ‘Audace’ e, nell’ottobre del 1954, le truppe italiane che sancivano l’uscita, con nove anni di ritardo rispetto al resto d’Europa, dalla precarietà del ‘tempo di guerra’.<br>L’assetto attuale della piazza risale al 1870 circa, quando terminò il radicale smantellamento e riassetto degli edifici che chiudevano l’accesso e il fronte mare. Fino agli anni Venti del Novecento, tuttavia, la prospettiva a mare non era del tutto libera per la presenza di un giardino alberato, poi eliminato; all’inizio degli anni Trenta furono eretti i grandi pili portabandiera in foggia di alabarde che delimitano lo spazio verso la riva. L’ultimo intervento sulla piazza è del 2011, su progetto dell’architetto Bernard Huet, con l’aggiunta di un reticolo di fari azzurri rasoterra per accentuare il legame con il mare. <br>Guardando il mare, sul lato destro, spiccano il palazzo Modello (Giuseppe Bruni, 1870) – noto come ‘palazzo degli scongiuri’, per l’inequivocabile postura dei telamoni alla sommità della facciata – e il bel palazzo Stratti, che ospita a pianterreno il Caffè degli Specchi (1839), uno dei caffè storici di Trieste. L’edificio fu progettato da Antonio Buttazzoni nel 1839, ma attorno al 1870 la facciata verso la piazza, che era quella posteriore, venne rifatta da Eugenio Geiringer e Domenico Righetti, affinché risultasse la più importante. Conclude il lato destro della piazza il palazzo del Governo (Emil Artmann, 1905), un misto senza pari di citazioni e di soluzioni originali che sfugge a qualsiasi definizione. Ad attirare l’attenzione sono il doppio porticato centrale e la luminosa decorazione a mosaico.<br>Sul lato sinistro, invece, si trova, a monte, l’elegante palazzo Pitteri (Ulderico Moro, 1780), unico sopravvissuto alla radicale ristrutturazione ottocentesca dell’area, con elementi di rococò viennese e intuizioni di gusto neoclassico; l’edificio successivo è l’eclettico palazzetto Vanoli (E. Geiringer e G. Righetti, 1870-73), ispirato al Rinascimento francese. Infine si erge l’imponente palazzo del Lloyd Triestino, opera dell’architetto viennese Heinrich von Ferstel (1880- 83) e oggi sede degli uffici della giunta regionale. È la storica sede della più antica compagnia di navigazione italiana (1830), in origine un semplice ufficio di informazioni marittime per conto di società di commercio e di assicurazione. La solennità dell’ esterno è accentuata dal sistema di semicolonne e lesene che si elevano sopra la zona inferiore in bugnato. Due nicchie, alle estremità della facciata su piazza Unità, accolgono due fontane: quella di sinistra, opera di Josef Pokornj, rappresenta l’acqua dolce, con una ninfa in piedi sopra un gruppo nell’atto di bere; quella di destra, realizzata da Ugo Hardtk, l’acqua salata, con Venere che trionfa tra putti, delfini e tritoni.