Il lungo rettifilo, noto più semplicemente come il Corso, è la più rappresentativa strada della città storica, con palazzi e chiese monumentali e, a fondali, l'obelisco di piazza del Popolo e il monumento a Vittorio Emanuele II. Per secoli luogo delle feste, degli spettacoli e dei cortei di personaggi illustri che entravano da porta del Popolo, dal '700 ebbe nei caffè - concentrati tra le piazze Sciarra (poi cancellata) e Colonna - vivaci ritrovi della vita intellettuale, politica e artistica, e da metà '800 vi si moltiplicarono i migliori negozi di moda, le librerie e le sedi di giornali e periodici. Nel 1900 la strada fu intitolata a re Umberto I, ma nel 1947 riprese l'antico nome, venendo a perdere dagli anni '80 il 'sapore antico' dei locali storici, quasi tutti sostituiti da negozi di abbigliamento. In età romana il Corso corrispondeva al tratto di Via Flaminia che attraversava da sud a nord il Campo Marzio, estesa zona extraurbana a destinazione pubblica. Le pendici dei colli si punteggiarono di ville patrizie già dall'ultimo periodo della Repubblica, mentre l'urbanizzazione della pianura fu avviata al tempo di Augusto; nella parte a est della via, sotto il Quirinale, si concentrarono i servizi pubblici; sul lato opposto Augusto, a conferma del carattere pubblico e di rappresentanza della zona, creò invece una spettacolare sistemazione che includeva il mausoleo e l'ustrinum (luogo dell'incinerazione) della sua famiglia e, più a sud, l'Ara Pacis. Al sec. II risale il complesso di insulae sul luogo attualmente compreso tra i palazzi della Rinascente e della Banca Commerciale Italiana, la ricostruzione del Pantheon e la colonna dedicata a Marco Aurelio. Dopo la fine dell'Impero e per tutto il Medioevo la strada conservò importanza in rapporto all'ingresso nord della città, ma solo col Rinascimento il Corso cominciò ad assumere il ruolo che ha mantenuto fino a tutto l'800. Paolo II fece costruire il palazzo di Venezia, regolarizzò il primo tratto del tracciato e nel 1466 vi trasferì dal Testaccio i giochi popolari e le corse che si concludevano a piazza Venezia; da allora la strada divenne il luogo deputato alle feste - e in particolare al celebre Carnevale, soppresso nel 1882 - col nome di Corso, poi passato a designare la strada principale di molte città italiane. L'ingresso a Roma di Carlo V (1536) diede occasione a Paolo III di regolarizzare a prezzo di grandi demolizioni il secondo tratto del Corso; nello stesso periodo fu promossa la trasformazione in palazzi signorili delle modeste case allineate sulla strada e su piazza Colonna, si restaurarono antiche chiese e se ne eressero di nuove. Nel '700 la strada raggiunse la massima importanza; dopo la sistemazione di piazza del Popolo a opera di Giuseppe Valadier e gli interventi di Gregorio XVI (livellamento, creazione dei marciapiedi, ricostruzione dell'ospedale di S. Giacomo), sotto Pio IX si avviò il restauro delle chiese più antiche e la ristrutturazione dell'edilizia minore, che proseguì sino a fine sec. XIX.