Pittoresco tracciato suburbano - già parte della romana Via Appia - fiancheggiato da muri coperti di verde, che restituisce l'idea di come era Roma prima di divenire capitale. La chiesa di S. Cesareo in Palatio, leggermente arretrata, fu eretta a fine ‘500 su un edificio del II secolo e ricostruita a fine XVI, con semplice facciata preceduta da protiro e divisa da lesene e riquadri in stucco. Il severo interno ad aula rettangolare ha un elegante soffitto a riquadrature dorate su fondo azzurro e insegne di Clemente VIII. La casina del cardinale Bessarione (metà sec. XV), pur alterata, conserva finestre a croce, fregio affrescato e scala con loggia. Il sepolcro degli Scipioni è un monumento di eccezionale interesse storico in quanto vi furono deposti molti esponenti di una delle più famose famiglie dell'antica Roma, che fu scoperto già nel 1616 ma sistemato nel 1926-29; l'adiacente parco degli Scipioni, ricavato da Raffaele De Vico (1929) nella vigna Stantelli, nasconde il colombario di Pomponio Hylas, scoperto nel 1831 e così chiamato da uno dei fondatori che sono ricordati nella decorazione a mosaico di un'elegante edicola opposta all'antica scaletta di accesso. Oltre la villa Appia delle Sirene, eretta nel '500 sui resti di un ipogeo romano e del supposto tempio delle Tempeste (sec. III a.C.?), è l'ex vigna Codini già Savelli, nella quale a metà '800 vennero scoperti alcuni colombari, risalenti all'età di Augusto e Tiberio. Per alimentare le terme di Caracalla permettendo all’acquedotto dell’Acqua Antoniana, diramazione dell’Acqua Marcia, di scavalcare l’Appia fu aperto nel 211-216 l’arco Druso.