Sono due agglomerati di antiche abitazioni, abbarbicate le une alle altre e scavate nel tufo di una profonda gravina, che dietro un apparente `disordine primordiale' nascondono accorgimenti e soluzioni tecniche sofisticate. L'insieme costituisce una trama urbana complessa, unica nel suo genere, in cui colpisce non tanto il numero infinito delle grotte, ma la varietà delle forme e l'intrecciarsi dei passaggi, dei prolungamenti in tufo, delle innumerevoli terrazze. La maggior parte delle abitazioni, spesso raccolte attorno a piccole piazzole con cisterne (i «vicinati»), ha in muratura solo la facciata, mentre il resto è scavato nella roccia; le strette e tortuose strade passano sovente sopra le case, in un suggestivo labirinto di muretti e ripide scalinate. Considerati negli anni '50 e '60 del '900 una «vergogna nazionale», i Sassi - dove vivevano a quel momento circa 15000 abitanti in 3300 locali, con punte di anche sette persone per grotta - divennero simbolo dell'inarrestabile degrado del mondo contadino meridionale e furono oggetto di un trasferimento di massa degli abitanti in moderni, anonimi quartieri periferici. Oggi questa antichissima forma insediativa, largamente diffusa anche in Nordafrica, in Anatolia e nel vicino Oriente, è stata inserita nella lista dell'Unesco dei beni culturali ritenuti fondamentali; sono inoltre iniziati importanti interventi volti alla salvaguardia e al recupero funzionale del suggestivo complesso. Scesi nel Sasso Caveoso per le vie Casalnuovo e Buozzi, si sbocca in un piazzale in fondo al quale prospetta la seicentesca chiesa di S. Pietro Caveoso, eretta su un precedente edificio e alterata intorno alla metà del '700. Dalla piazza, dominata dalla rupe detta monte Errone (o Montirone) con la piccola chiesa di S. Maria de Idris quasi interamente scavata nella roccia, bella è la vista* sulla gravina. La strada panoramica prosegue sull'orlo della gravina, aggirando lo sperone sopra il quale s'innalza il Duomo e addentrandosi quindi nel Sasso Barisano, il più `costruito' dei due agglomerati. Sullo sfondo della gravina si staglia la chiesa di S. Agostino, eretta nel 1591 su preesistenti strutture e rifatta interamente nel 1747; dal piazzale, suggestiva vista* sulla gravina e il centro storico, dominato dal campanile del Duomo.