L’originaria fisionomia appare oggi stravolta a seguito dell’abbattimento del quartiere delle botteghe e di una serie di sventramenti operati soprattutto nel periodo fascista. Ben visibile al centro è la colonna di S. Oronzo, innalzata nella seconda metà del ‘600, in ringraziamento per lo scampato pericolo da un’epidemia di peste, riutilizzando i rocchi di uno dei signacoli che a Brindisi indicavano il punto terminale della via Appia; sulla sommità è la statua del santo protettore. Su quasi tutta l’area della piazza si estende l’Anfiteatro, interamente scavato nel tufo. <br>Proprio di fronte si trova la cinquecentesca chiesa di S. Maria delle Grazie, che poggia sull’area non scoperta dell’impianto romano. La facciata classicheggiante, divisa in due ordini e con una finestra balconata al piano superiore, si caratterizza per il forte slancio verticale ; l’interno conserva tele di Oronzo Tiso. Proseguendo verso l’ovale della piazza sono il Sedile, un tempo usato come sala di deliberazione (le ampie vetrate dovevano garantire la trasparenza degli atti amministrativi) e caratterizzato da arcate ogivali, e la contermine ex chiesa di S. Marco, che nel leone alato in facciata testimonia lo stretto rapporto della città con la Serenissima.