Alla metà del secolo scorso Stresa, fino ad allora piccolo borgo di pescatori, divenne un centro turistico di fama internazionale per la bellezza del suo paesaggio e per la mitezza del clima. In questa epoca ebbe inizio la costruzione di ville signorili per il soggiorno estivo di nobili e di ricchi borghesi.Tra queste eleganti case lacustri una delle più celebri è villa Pallavicino, voluta nel 1855 da Ruggero Bonghi, amico del Manzoni e del Rosmini; ingrandita dal successivo proprietario duca di Vallombrosa, fu acquistata nel 1862 dai marchesi Pallavicino, che ne sono ancora oggi proprietari.La villa è circondata da uno splendido giardino all'inglese, realizzato tra Sette e Ottocento con l'intento di preservare la spontaneità dell'ambiente naturale, e da cui si godono spettacolari vedute del lago Maggiore.La fisionomia dei giardini e dei parchi delle ville sui laghi del Nord Italia è profondamente diversa da quella di altre aree. La presenza dei sempreverdi è limitata, la fioritura è soprattutto primaverile ed estiva, le piante sono scelte tra quelle che meglio si adattano al clima umido e al suolo acido. Così è per il parco di villa Pallavicino, costantemente arricchito da nuovi esemplari di piante un tempo sconosciute in Italia.Oggi il parco si estende per circa 15 ettari e alterna spazi aperti a prato e arbusti a zone con grandi alberi. Lungo il viale d'ingresso si incontrano splendidi esemplari di Magnolia grandiflora, specie originaria delle regioni atlantiche degli Stati Uniti e del Golfo del Messico, introdotta in Europa nel Settecento, dalle foglie coriacee e sempreverdi e dai grandi fiori color crema. Procedendo verso le scuderie - oggi sede del ristorante - si possono ammirare sequoie e Liriodendron tulipifera, tra gli alberi prediletti dal collezionismo patrizio del secolo scorso, introdotti dal duca di Vallombrosa oltre 150 anni fa. Il nome specifico di questa pianta deriva dalla forma a tulipano dei suoi fiori. Davanti alla villa, quasi schermo protettivo, sorge un grande cedro del Libano, pianta amata e utilizzata fin dall'antichità per gli oli essenziali contenuti nel legno. Il leggero aroma che emana tiene lontani gli insetti: la sua collocazione rispondeva dunque non solo a criteri estetici ma anche pratici. Nei viali successivi si trovano gruppi di rododendri e di azalee. Poco oltre prosperano grandi camelie: introdotte dalla Cina in Italia - inizialmente nella Reggia di Caserta - vivono bene in tutta la zona del lago Maggiore. Vicino alla Lombardina, graziosa costruzione che ospita gli uffici e il negozio del parco, si innalzano platani, frassini e un faggio pendulo. Verso l'uscita della villa appaiono nella loro monumentalità vari esemplari di castagni e un Ginkgo biloba, pianta cinese presente qui per quel gusto del collezionismo esotico che caratterizza gran parte del verde di villa Pallavicino.Il parco non solo offre al visitatore splendidi esemplari di flora, ma accoglie anche oltre 150 specie di animali in libertà. Nandù, canguri, zebre, lama, daini e alpaca sono presenze improvvise e inattese. Bellissime voliere ospitano pappagalli, tucani, calao, fagiani; in gabbie armoniosamente inserite nel verde vivono invece furetti, suricati, volpi del deserto e moffette. Queste specie animali che, al pari delle piante, sembrano corrispondere al gusto dell'esotico e del meraviglioso che caratterizza il giardino, costituiscono un istruttivo parco zoologico.