Apparentemente inaccessibile, con le sue candide pareti a picco sull’abitato, il Supramonte di Oliena in realtà può essere raggiunto abbastanza agevolmente. Una strada tortuosa e ripidissima ma asfaltata e panoramica, che esce dall’abitato in direzione sud-est, porta in pochi chilometri alla foresta di Maccione, una selva di lecci nella quale sorge un centro-rifugio dove si possono assumere informazioni e contattare le guide per escursioni nella vasta area circostante. A quota più elevata infatti è tutto un susseguirsi di altipiani di calcare bianchissimo, quasi accecante, privi di corsi d’acqua e con rare macchie di vegetazione, nei quali si aprono numerose grotte ed emergono aspre cime rocciose: fra queste la punta Corrasi (m 1463), la più alta del Supramonte e, secondo Salvatore Satta, «il monte più bello che Dio abbia creato». Su queste cime nidificano rapaci a forte rischio di estinzione, come il grifone e soprattutto l’avvoltoio monaco.