L’isola dell’Asinara è, con i suoi 52 km di superficie distesi per quasi 18 chilometri dallo stretto di Fornelli, a sud, fino alla punta Caprara o dello Scorno a nord, quasi la continuazione della penisola di Stintino con cui la Sardegna termina nella sua parte nord-occidentale. Già conosciuta dai romani che la chiamavano Herculis insula, punto di riferimento per tutti i naviganti che andavano dalla Spagna verso Roma o uscivano dalle tempestose Bocche di Bonifacio, fu popolata a partire dalla fine del medioevo da alcune famiglie di pastori sardi e di pescatori liguri: questi addetti alle tonnare del litorale, quelli alla custodia delle greggi. Nella seconda metà del Cinquecento sulle rive furono erette e fortificate torri d’avvistamento e di protezione. Nel giugno del 1885 lo Stato italiano decise di impiantare qui una stazione di quarantena marittima internazionale e una colonia penale all’aperto. L’intera isola venne interdetta ai suoi abitanti ed espropriata. Le 45 famiglie furono ‘deportate’ sulla terraferma più vicina, dove fondarono il borgo di Stintino. Nel 1976 il governo decretava il vincolo paesaggistico dell’isola, nel 1995 partiva un importante intervento di riforestazione da parte dell’Azienda Foreste demaniali della Sardegna e nel 1997 veniva istituito il Parco nazionale dell’Asinara, cui faceva seguito nel 2002 l’istituzione dell’Area marina protetta. Impreziosiscono il parco spiagge di mare limpido e bellezze naturali quasi intatte, mentre la fauna annovera tra i mammiferi lepri, donnole, mufloni, cinghiali, cavalli e caratteristici asinelli albini, il vero simbolo dell’isola.