Estesi su un antico cratere vulcanico che produce ancor oggi deboli manifestazioni di tipo solfatarico, gli Astroni furono utilizzati in epoca medievale come bagni termali per poi divenire riserva di caccia reale di aragonesi e Borbone. A Carlo III di Borbone si deve la costruzione (1739) del muro di cinta che percorre tutto l'anello del cratere, della casina di caccia (vaccheria) nel bosco e delle due torri di avvistamento erette sul ciglio dell'area naturalistica Gestita dal WWF e aperta tutto l'anno, la riserva è composta da una flora ricca di piante rare e da una fauna che conta circa 130 specie di uccelli, tra stanziali e migratori.