Dal mare lo divide solo una bassa duna sabbiosa quasi rettilinea, orlata di alberi e fitta di cespugli, e per la poca profondità delle sue acque salmastre è sfruttato per la coltivazione dei mitili. Sulle sponde orientali si possono ancora osservare resti di strutture romane, di varia destinazione. L'intera area, che fu densamente abitata e sfruttata in antico, divenne nel XVIII secolo riserva di caccia e di pesca del re Ferdinando IV che vi fece edificare, su un isolotto congiunto alla terraferma da un ponticello, l'elegante Casino reale a pianta centrale, realizzato nel 1782 su progetto di Carlo Vanvitelli, con l'apparato decorativo affidato a uno dei più illustri paesaggisti del ‘700, Jacob Philipp Hackert. Recentemente ripristinato, ospita esposizioni temporanee e manifestazioni.