La scritta «Vesvinum» o «Vesuvinum» ricorre sulle anfore vinarie pompeiane, a ricordare che prima della tragica eruzione del 79 il vulcano era noto per i vini eccellenti, prodotti dalle vigne che ne ricoprivano le falde. Fitti boschi, ricchi di selvaggina, caratterizzavano la sommità e pochi furono quelli (tra cui Strabone, che lo visitò nel 19) che si accorsero della pericolosa natura della montagna. Scarse le fonti sulla forma del vulcano precedente l'eruzione più famosa, e il parere degli studiosi è discorde. Basandosi su tre affreschi (uno di Ercolano, due di Pompei) e sulle descrizioni di Strabone e di Floro, alcuni sostengono che fosse una montagna a una sola cima; altri invece affermano che esso fosse già, come ora, un monte gemino e che la grande conflagrazione avesse interessato solo l'attuale cono Vesuviano. L'eruzione del 79 distrusse le città ai piedi del monte: quelle a sud e a est con lapilli e ceneri, quelle a sud-ovest, dopo la fine dell'eruzione, con torrenti di fango. Oggi il Vesuvio (raggiungibile anche con la metropolitana della linea 2 fino a Ercolano scavi, e poi con l'autobus), o meglio il Somma-Vesuvio, appare come un monte gemino, che conferisce al paesaggio del golfo un aspetto inconfondibile. L'insellatura fra le due cime si trova a circa 700 m; la cima a sinistra è il monte Somma, quella a destra il cono Vesuviano o Vesuvio propriamente detto. Si tratta dell'unico vulcano ancora attivo nell'Europa continentale e uno dei più interessanti e studiati, anche per la facilità di accesso e per la vicinanza al grande centro di studi di Napoli. Le fumarole costituiscono l'unica traccia dell'attuale attività vulcanica, ma i pericoli derivanti da una nuova eruzione sono aggravati dall'alta concentrazione di abitati sulle pendici. Nel 1972 è stata definita la riserva naturale Tirone-Alto Vesuvio, in un ambiente severo tra rocce vulcaniche e colate di lava, e nel 1995 è stato istituito il Parco Nazionale del Vesuvio, il cui territorio, insieme alla fascia costiera circostante, è dal 1997 tutelato anche da una Riserva della Biosfera MabUnesco. Quindici sono i sentieri percorribili all'interno del Parco del Vesuvio, divisi per tipologie: naturalistici, agricoli, panoramici ed educativi. Ai visitatori con difficoltà motorie e della vista è riservato un sentiero sperimentale con l'accompagnamento di guide specializzate. All'interno del parco sono a disposizione anche due percorsi ciclabili. La strada più agevole per raggiungere, in 12 km, la cima del vulcano inizia nei pressi del casello di Ercolano sulla A3 e sale ripidamente offrendo viste sempre più ampie su Napoli, il suo golfo, la penisola sorrentina, e correndo tra frutteti e vigneti che producono il rinomato Lacryma Christi; lungo l'ascesa sono inoltre state disposte dieci sculture in pietra lavica realizzate da artisti internazionali nell'ambito del progetto Creator Vesevo. Al km 6.5 è l'Osservatorio vesviano, realizzato nel 1845 per volere di Ferdinando II di Borbone, dal cui piazzale si ha un'ampia veduta sulla fitta conurbazione sottostante e l'incombente fianco del vulcano. Ripresa la strada, che sale attraverso la lava delle ultime eruzioni, si giunge a un bivio: prendendo a sinistra, si raggiunge, km 12, la quota 1017 (vasta spianata con superbo panorama), da cui si può salire a piedi (minuti 20) sino al cratere. L'immenso panorama spazia su tutta la costa.