Non tutti ne sentono il fascino ma gli scenari della laguna sono indubbiamente magnifici: di certo non è il mare degli scogli, della velocità o del profondo blu ma è uno spazio inondato di luce, più che di mare, che vi si muove lento riflettendo i mutamenti del cielo e delle stagioni. Alta e bassa marea si alternano garantendo un costante ricambio dell’acqua, che mescolandosi con l’acqua dolce dei fiumi, crea un ambiente favorevole a un gran numero di piante e animali. In laguna, fino a pochi decenni fa, si viveva: isole e isolotti (mote) ancora portano i segni di insediamenti antichi, di monasteri o basilichette (come Gorgo e San Giuliano) o addirittura di caserme (come Porto Buso), ma la vita quotidiana avveniva nei casoni, abitazioni in legno d’olmo o acacia e canne palustri che tuttora si confondono nella vegetazione. I ‘casoneri’ legavano il loro tempo al ritmo della laguna, tra la pesca, la caccia, e la riparazione delle reti, mentre le donne andavano per ‘velme’ - le zone sabbiose che emergono con la bassa marea - a raccogliere vongole e capelunghe.<br>Un’escursione in laguna non lascia indifferenti: si può godere dell’aspetto estetico o di quello naturalistico - è pur sempre la zona umida più a nord del Mediterraneo e paradiso per il birdwatching -, si può compiere un suggestivo pellegrinaggio in battello al santuario di Barbana o dedicarsi all’aspetto più squisitamente gastronomico nei ristoranti della zona. Non ultimo, in laguna, si possono rivivere le suggestioni evocate dal poeta gradese Biagio Marin e si capisce perché Pasolini portò la Callas sull’isolotto Zafòn per ambientarvi una scena della sua Medea.