È la ‘montagna’ di Trieste, meta preferita dai cittadini nelle escursioni con pedule e zaino e, per i più intrepidi, con corda e moschettoni. La segna il torrente Rosandra-Glinšcice, l’unico corso d’acqua superificiale del Carso triestino, che scende al mare scavando un profondo solco nella montagna, prima nel calcare e poi nell’arenaria. La caratteristica geologica è molto evidente quando si risale la valle: dal verde dei prati si passa bruscamente alla scabra roccia grigia. Il corso d’acqua è particolarmente tormentato e alterna salti e cascatelle a tranquille pozze in cui fare il bagno. Lungo le bianche pareti della valle si trovano famose palestre di roccia in uso già negli anni ‘30 del Novecento.<br>Oltre che per gli aspetti naturalistici (l’area è Riserva naturale regionale), la val Rosandra è interessante per alcune antiche testimonianze architettoniche, come l’acquedotto che nel I secolo approvvigionava Tergeste, un tempo lungo 14 km e del quale sono visibili tracce della canalizzazione in pietre e laterizi, o l’isolata chiesetta di S. Maria in Siaris, antichissimo luogo di culto la cui struttura, con portichetto e campanilino a vela, rimanda al XIII secolo.<br>All’imbocco della valle rimangonoi ruderi del castello medievale di Moccò mentre il centro principale è San Dorligo della Valle-Dolina, con una chiesa seicentesca dal basso campanile cuspidato (sec. XVIII) ornata da un bell’altare barocco.<br>Dalla vicina frazione di Bagnoli della Rosandra si diramano i sentieri escursionistici che risalgono la valle e toccano minuscoli centri agricoli (Botazzo, San Lorenzo, Pese) fino al confine con la Slovenia. La zona ha una tradizione antica di olivicoltura che ribadisce l’appartenenza del territorio giuliano al mondo mediterraneo: vi si produce un olio extravergine di elevata qualità garantito dal marchio Dop Tergeste.