All'uscita dell'abitato, sulla strada per capo d'Otranto, una scalinata segnalata da due pilastri sale al colle della Minerva, il cui nome ricorda forse l'esistenza di un tempio dedicato alla dea. Una cappella a circa metà della salita indica il luogo in cui furono decapitati 800 cittadini di Otranto quando la città, dopo un sanguinoso assedio, cadde in mano ai turchi.<br>In cima alla scalinata sorge il santuario di S. Maria dei Martiri, ricostruito nel 1614 nel luogo in cui Alfonso d'Aragona fece erigere una cappella in ricordo della strage del 1480. All'interno del tempio, noto anche come chiesa di S. Francesco di Paola, altari e tele del XVII secolo.<br>In prossimità del porto, invece, si stacca una strada che risale la cosiddetta valle delle Memorie. Qui, all'interno di un'azienda agrituristica, una torre bassa e larga, denominata torre Pinta, presenta lungo le pareti del corridoio d'accesso, nel vano centrale e nella volta, ordini sovrapposti di piccole nicchie scavate nel tufo. La totale assenza di reperti ha reso difficile la sua datazione: si tratta probabilmente di una torre colombaia di età medievale.