Costa di Nardò
localita
73048 Nardò (LE)
Sono rari gli abitati che s'incontrano da Porto Cesàreo a Gallipoli: questo tratto di costa, abbandonato dalla popolazione già nell'alto medioevo per le frequenti scorrerie saracene, rimase infatti per lunghi secoli paludoso e inospitale. Solo a partire dal 1927, con la creazione del Consorzio della bonifica dell'Arneo, l'area venne risanata e resa nuovamente fertile. Ancora oggi, nonostante la recente valorizzazione turistica, s'incontrano solo piccoli insediamenti (Torre Squillace, Torre Sant'Isidoro) e l'area conserva punti di vivo interesse ambientale.
Tra questi la cosiddetta Palude del Capitano (inserita nel 2006 nel Parco naturale regionale di Porto Selvaggio), formata da pozzi carsici provocati dallo sprofondamento di piccoli anfratti o canali sotterranei, che si riempiono di acque cristalline. Attorno alla palude, punto di riferimento e di sosta per molti uccelli migratori, una fitta vegetazione di giunchi e arbusti, tra i quali i botanici hanno riconosciuto anche specie rarissime, come il Sarcopterium spinosum, una rarissima rosacea dai tenui fiori, tipica degli ambienti aridi e salmastri orientali, ritenuta estinta.
Tra questi la cosiddetta Palude del Capitano (inserita nel 2006 nel Parco naturale regionale di Porto Selvaggio), formata da pozzi carsici provocati dallo sprofondamento di piccoli anfratti o canali sotterranei, che si riempiono di acque cristalline. Attorno alla palude, punto di riferimento e di sosta per molti uccelli migratori, una fitta vegetazione di giunchi e arbusti, tra i quali i botanici hanno riconosciuto anche specie rarissime, come il Sarcopterium spinosum, una rarissima rosacea dai tenui fiori, tipica degli ambienti aridi e salmastri orientali, ritenuta estinta.
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