Solo paludi e terreni incolti occupavano un tempo il tratto di costa da San Cataldo a Torre Specchia Ruggeri, che lavori di bonifica hanno trasformato in una campagna fertile e coltivata. Dell'ambiente originario rimane però l'area protetta della Riserva naturale Le Cesine, una zona umida di 620 ettari - in buona parte gestita dal WWF che può essere annoverata tra i gioielli della natura pugliese (le visite guidate si svolgono lungo sentieri-natura attrezzati con punti di osservazione e capanni, a partire dal Centro visite della masseria Cesine). Nel paesaggio si alternano aree incolte e acquitrini, legati alla sola abbondanza delle piogge, ma è presente anche un fitto bosco di pini e lecci, dalle chiome verdi e compatte.<br>A ridosso delle dune sabbiose che scendono verso il mare, è un lago formato da due bacini alimentati in prevalenza da acque meteoriche (Pantano Grande e Salapi), tra loro uniti da un piccolo canale. Nell'invaso - ampio circa 100 ettari - si scorgono due isolotti, uno chiamato isolotto dei Conigli, perché abitato dal coniglio selvatico, l'altro detto delle Canne, perché ricoperto dagli ispidi ciuffi dei giunchi marini.<br>Particolarmente ricco di fioriture il suolo sabbioso, dove sono state censite più di 320 specie vegetali, con mirti, lentischi, ginestre, ginepri e oleastri e rare specie d'orchidee, come l'Orchis palustris e l'Ophrys apatica, che fioriscono tra querce e pini d'Aleppo. Crocevia di passo per molte specie avicole ( mignattai, aironi bianchi, folaghe, porciglioni, svassi, limicoli, germani e gallinelle) e area di svernamento per uccelli migratori, la riserva è abitata anche da tartarughe palustri, tassi, ricci, lepri, faine e da qualche volpe.